I critici sostengono che il disegno di legge recentemente approvato dal parlamento diluirebbe i diritti dei musulmani a gestire le donazioni religiose (waqf) per un valore di oltre 14 miliardi di dollari.
Le proteste contro il disegno di legge federale che modifica il Waqf nel distretto di Murshidabad, a maggioranza musulmana, nel Bengala Occidentale si sono intensificate venerdì e sabato, provocando tre morti e l'arresto di oltre 150 persone, secondo il quotidiano The Times of India.
Il quotidiano ha dichiarato domenica che l'Alta Corte di Calcutta ha ordinato l'invio "immediato" della Border Security Force (BSF) paramilitare nella zona. Karni Singh, ispettore generale della divisione South Bengal Frontier della BSF, ha affermato che le forze sono state inviate per "aiutare" la polizia locale, non per "azioni indipendenti".
Il disegno di legge, che ha modificato una legge del 1995 sulla gestione del Waqf, ovvero le proprietà musulmane donate per scopi religiosi o caritatevoli, è stato approvato all'inizio di questo mese dopo accesi dibattiti in entrambe le Camere del Parlamento.
Il termine Waqf si riferisce ai beni personali – mobili o immobili – donati in modo permanente dai musulmani per scopi religiosi o caritatevoli. Tuttavia, l'inclusione di non musulmani nella gestione delle proprietà del Waqf ha suscitato preoccupazione tra i musulmani, che affermano che il governo federale guidato dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP) li stia discriminando, poiché ad altri gruppi religiosi è ancora consentito gestire istituzioni religiose.
Il BJP del Primo Ministro Narendra Modi sostiene che gli emendamenti mirano a garantire la trasparenza e a combattere la corruzione e la cattiva gestione nella gestione del Waqf.
Tuttavia, i musulmani temono che le modifiche alla legge del 1995 potrebbero esporre le proprietà del Waqf, tra cui moschee storiche, negozi, santuari, cimiteri e migliaia di acri di terreno, a confische, controversie e demolizioni.
L'opposizione afferma che si tratta di un attacco alla minoranza musulmana indiana, che rappresenta circa il 15% degli 1,4 miliardi di abitanti dell'India, tutelata dalla costituzione laica indiana.
Il leader del Partito del Congresso, all'opposizione, Rahul Gandhi, ha affermato che il disegno di legge "è rivolto ai musulmani oggi, ma crea un precedente per colpire altre comunità in futuro".
Polarizzazione religiosa
Il decennio di Modi come Primo Ministro lo ha visto coltivare l'immagine di un paladino aggressivo della fede indù maggioritaria del Paese e i resoconti mostrano che la polarizzazione religiosa ha aiutato il suo partito a ottenere vantaggi elettorali.
La Prima Ministra del Bengala Occidentale, Mamata Banerjee, ha fatto appello alla calma sabato, affermando che il suo governo non avrebbe attuato il disegno di legge nello Stato, che ospita 25 milioni di musulmani. "Questa legge non sarà applicabile nel nostro Stato. Allora perché questa rivolta?", ha scritto in un post su X.
Banerjee, che guida il partito regionale Trinamool Congress (TMC), ha implorato i suoi elettori di "non adottare comportamenti non religiosi in nome della religione", promettendo azioni legali contro i partecipanti.
Suvendu Adhikari del BJP, leader dell'opposizione nel Bengala Occidentale, ha dichiarato su X che oltre 400 indù sono fuggiti da Murshidabad a causa della "persecuzione religiosa", attaccando il governo di Banerjee per aver incoraggiato "elementi radicali" e "permesso questo crollo della legge e dell'ordine".
Il deputato del TMC Saugata Roy ha dichiarato al Times of India che Banerjee aveva convocato una riunione per pacificare la comunità musulmana. "La gente è agitata per la legge sul Waqf. La reazione è stata spontanea", ha affermato.
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